“Qualche fiore sulla terra e tutte le stelle nel cielo.” – Buone Feste!

Buongiorno a tutti,
pare che la Terra abbia completato un’altra orbita attorno al Sole… 

E come da tradizione vi vogliamo ringraziare per la vostra presenza, il vostro entusiasmo e la vostra infinita curiosità.

Mi assumo la responsabilità del brano scelto quest’anno per voi; soprattutto per la sua lunghezza. Inizialmente pensavo di tagliarlo e ricavarne un estratto.

Tuttavia credo che il più grande problema di questi tempi sia l’eccessiva fretta e la continua necessità di ridurre tutto all’osso. 

Ci sono vette che si devono raggiungere con calma e pazienza, senza sconti.

Dopotutto l’universo ha impiegato 13 miliardi di anni per crearci; anno più, anno meno.

Vi auguro quindi di poter “perdere” 5 minuti del vostro tempo per leggere alcune tra le righe più belle della letteratura mondiale. 

Vanno lette pian piano, accompagnando in punta di piedi “un giusto” –  l’autore lo chiama così – nelle sue meditazioni notturne.

“Eppure la giornata non era completa se il tempo freddo o piovoso gli impedivano di passare, alla sera, quando le due donne si erano ritirate, una o due ore nel suo giardino prima di addormentarsi. 

Sembra che per lui fosse come un rito quello di prepararsi al sonno con la meditazione al cospetto del grande spettacolo del cielo notturno. 

A volte, anche a un’ora piuttosto tarda della notte, se le due signorine non dormivano, potevano sentirlo camminare lentamente per i viali.
Era solo con sé stesso, raccolto, tranquillo, in adorazione, che paragonava la serenità del suo cuore alla serenità dell’etere, commosso nelle tenebre dagli splendori visibili delle costellazioni e dagli splendori invisibili di Dio, che apriva la propria anima ai pensieri che cadono dall’Ignoto.
In quei momenti, mentre offriva il suo cuore come i fiori notturni offrono il loro profumo, acceso come una lampada nella notte stellata, e si dilatava in estasi immerso nello splendore universale della creazione, non avrebbe forse saputo neanche dire cosa gli passava per la mente; sentiva come qualcosa che si sprigionava da lui e qualcosa che gli scendeva dentro. Misteriosi scambi tra gli abissi dell’anima e gli abissi dell’universo! 

Pensava […] all’eternità futura, strano mistero; all’eternità passata, mistero ancora più strano, a tutti gli infiniti che sprofondavano sotto i suoi occhi in tutte le direzioni; e, senza cercare di comprendere l’incomprensibile, lo guardava. […]
Considerava quelle magnifiche aggregazioni di atomi che danno i vari aspetti della materia, che rivelano le forze stabilendole, che creano le individualità nell’unità, le proporzioni nello spazio, l’innumerevole nell’infinito e, attraverso la luce, producono la bellezza.
Queste aggregazioni si stringono e si sciolgono all’infinito; da ciò la vita e la morte.
Si sedeva su una panca di legno a ridosso di una pergola decrepita; guardava gli astri attraverso i profili miseri e rachitici dei suoi alberi da frutto. 

Quel piccolo terreno, così poveramente coltivato, così ingombro di tettoie e ripostigli, gli era caro e gli bastava.
Che cosa occorreva di più a quel vecchio che divideva il poco riposo della sua vita tra il giardinaggio di giorno e la contemplazione di notte? […]
Non è già tutto lì, in effetti? Che desiderare di più? Un piccolo giardino per passeggiare e l’immensità per sognare.  Per terra ciò che si può coltivare e raccogliere, sulla testa ciò che si può studiare e meditare; qualche fiore sulla terra e tutte le stelle nel cielo.”

da I miserabili – Victor Hugo

Vi auguriamo di trovare e custodire il vostro piccolo giardino.
Buone Feste!

Ufficio POE
INAF- Osservatorio Astronomico di Brera