Sui femminicidi di Ilaria Sula e Sara Campanella – invito ad un momento di riflessione – E-mail circolata allo staff dell’Osservatorio il giorno 7 aprile 2025

Di seguito l’e-mail circolata allo staff dell’Osservatorio il giorno 7 Aprile 2025 dal gruppo “DEIA@OAB non solo panchine”

Carissim3,

crediamo che tutt3 sappiano che durante la scorsa settimana sono stati perpetrati i femminicidi di Sara Campanella e Ilaria Sula.

Sara e Ilaria sono la ventiquattresima e la venticinquesima donna morte ammazzate perché donne in Italia dall’inizio dell’anno. 

In alcuni Enti è stato istituito un minuto di silenzio in ricordo di Sara Campanella e Ilaria Sula per la giornata di oggi. Ogni morte merita rispetto, ma noi crediamo che il silenzio da solo non serva a fare sì che Sara e Ilaria siano le ultime, né dopo la loro morte, ma soprattutto prima che tragedia simile si possa verificare ancora.

Per questo, vi proponiamo un momento di riflessione, usando come spunto la puntata

“Femminicidi e Narrazioni” del podcast “Cinque minuti” di Teresa Cinque, che trovate qui:

https://open.spotify.com/episode/5n5Az9sRIIqvWizN1OfSwm?si=Rbm-lIsTSLq9bBwC1dMFtQ

Si tratta di circa 7 minuti, con alcuni minuti di contorno. 

Riportiamo sotto alcune frasi estratte dalla puntata di cui sopra, consapevoli che siano provocatorie, sperando di spingere tutt3 alla riflessione. 

“Bisogna imparare a parlare dei femminicidi per quello che sono: dei reati, violentissimi, contro un genere specifico.” 

“I femminicidi li compiono gli uomini, o i ragazzi, e dovrebbero quindi essere un problema loro. Se ne occupano invece per la stragrande maggioranza solo donne, per ovvi motivi di preoccupazione e paura, soprattutto. […] È lampante che l’evitamento e la fuga siano la strategia più diffusa e comune tra la componente maschile della popolazione, così come è evidente che la morte di femmine per mano di maschi ha a che fare con i problemi degli uomini con sé stessi, più che con le donne in questione, che diventano – come la cultura patriarcale insegna – strumenti di affermazione di sé o ostacoli all’affermazione di sé.” 

“Allora bisogna che gli uomini, i ragazzi, i maschi tutti quanti, si facciano carico di queste difficoltà, si mettano in cerchio e comincino a guardarsi. Dalle battute sessiste, omofobe, fino agli atti di violenza c’è tutto un universo di comportamenti non solo da smontare, ma soprattutto da interrogare, per andare a vedere chi è che vuole essere ascoltato lì sotto. […] Facciano quella cosa che è così importante in qualsiasi cultura e società, ma a maggior ragione in questo momento storico, in questa società: lavorare su di sé”. 

#civogliamovive

Sara E. Motta, M. Cristina Baglio, Maria Grazia Bernardini, Stella Boula, Pat Romano, Om Sharan Salafia, Tullia Sbarrato, Boris Sbarufatti, Stefano Vercellone, Anna Wolter, Maria Rosa Panzera, Emilio Molinari