20 anni di successi spaziali, buon compleanno Swift!

Esattamente 20 anni fa, il 20 novembre 2004 veniva lanciato da Cape Canaveral il Neil Gehrels Swift Observatory (Swift).

Swift è una missione NASA per astrofisica, realizzata con una forte partecipazione italiana (ASI e INAF) e inglese. L’obiettivo scientifico primario è lo studio dei Gamma-Ray Burst, lampi gamma veloci prodotti durante la formazione di stelle di neutroni o buchi neri stellari. In queste due decadi Swift ha scoperto più di 1600 Gamma-Ray Burst e ha contribuito a studiare una grandissima varietà di sorgenti astrofisiche, dai buchi neri supermassicci in accrescimento alle binarie galattiche brillanti in banda X, al gas che permea gli ammassi di galassie.

Risultati eccezionali resi possibili anche grazie al continuo contributo italiano. Da un lato, ASI fornisce la stazione di terra di Malindi, il software di analisi dei dati XRT e supporta il coinvolgimento dei gruppi INAF nelle operazioni, dall’altro INAF fornisce personale per la gestione della missione e per lo sfruttamento scientifico. Una sinergia sulla quale la comunità italiana, sotto la guida del team Swift dell’INAF-Osservatorio Astronomico Brera, ha costruito una splendida storia di successo.

Da oggi iniziano i festeggiamenti che culmineranno in un congresso internazionale che celebrerà Swift con tutta la comunità astronomica a Firenze nel Marzo 2025: https://indico.ict.inaf.it/e/swift20

Lunga vita a Swift!

Qui sopra viene mostrato GRB 211023B, il 1500esimo GRB scoperto da Swift il 23 ottobre del 2021. In seguito alla localizzazione iniziale che avviene con lo strumento BAT, sensibile ai raggi Gamma (pannello di sinistra), il satellite è in grado di ripuntarsi autonomamente in poche decine di secondi, localizzando con precisione sempre maggiore la posizione del GRB grazie ai telescopi XRT (pannello centrale) e UVOT (pannello di destra), che operano nei raggi X e nelle bande dell’ultravioletto e visibile. Per avere un’idea della precisione con la quale il satellite Swift è in grado di localizzare in cielo i GRB, si consideri che i cerchi rosso e blu mostrati in figura sono rispettivamente 25 volte e 60000 volte più piccoli della Luna piena vista in cielo.