ESPRESSO
Echelle SPectrograph for Rocky Exoplanets and Stable Spectroscopic Observations
Il cercatore di esopianeti pianeti del Very Large Telescope
BREVE DESCRIZIONE
Nell’ambito della ricerca e studio dei pianeti extrasolari il nostro Osservatorio è coinvolto nel progetto ESPRESSO.
ESPRESSO, progettato dall’ESO e installato sul Very Large Telescope all’Osservatorio del Paranal nel Cile settentrionale, ha visto la sua prima luce nel dicembre 2017. È uno spettrografo con reticolo di diffrazione (elemento disperdente) echelle di terza generazione, successore dello strumento HARPS dell’ESO.
ESPRESSO è uno spettrografo ultra-stabile con elevata risoluzione e maggiore precisione rispetto agli strumenti precedenti e diversamente da questi, può sfruttare l’intera capacità di raccolta del VLT cioè può essere usato con tutti e quattro i telescopi principali (UT) del VLT contemporaneamente per simulare un telescopio da 16 metri di diametro.
Obiettivo principale di ESPRESSO rilevare pianeti di massa terrestre nella zona abitabile di stelle della stessa tipologia del sole misurando minuscoli cambiamenti nello spettro della stella dovuti al movimento del pianeta che le orbita intorno. Questo metodo, detto delle velocità radiali, funziona perché l’attrazione gravitazionale del pianeta influenza la stella madre, facendola oscillare leggermente.
ESPRESSO è stato progettato e costruito da un consorzio composto da: Osservatorio Astronomico dell’Università di Ginevra e Università di Berna (Svizzera); INAF–Osservatorio Astronomico di Trieste e INAF–Osservatorio Astronomico di Brera, (Italia); Instituto de Astrofísica de Canarias (Spagna); Instituto de Astrofisica e Ciências do Espaço, Università di Porto e di Lisbona (Portogallo) e ESO. I responsabili scientifici sono Francesco Pepe (Università di Ginevra, Svizzera), Stefano Cristiani (INAF–Osservatorio Astronomico di Trieste, Italia), Rafael Rebolo (IAC, Tenerife, Spagna) e Nuno Santos (Instituto de Astrofisica e Ciencias do Espaco, Universidade do Porto, Portogallo).
RUOLO DELL’OSSERVATORIO
L’Osservatorio Astronomico di Brera ha avuto un ruolo fondamentale nella realizzazione di ESPRESSO soprattutto per quel che riguarda l’apparato opto-meccanico che raccoglie la luce dai quattro telescopi VLT e la convoglia all’interno dello spettrografo (sistema di interfaccia di front-end) e il sistema di guida.
PERSONALE OSSERVATORIO COINVOLTO
- Ennio Poretti – Co-investigator – ennio.poretti AT inaf.it
- Francesco Borsa – Science Team collaborator – francesco.borsa AT inaf.it
- Marco Riva – System Engineer – marco.riva AT inaf.it
- Giorgio Pariani – Optical Engineer – giorgio.pariani AT inaf.it
- Matteo Genoni – Fiber Engineer – matteo.genoni AT inaf.it
- Marco Landoni – Software Engineer – marco.landoni AT inaf.it
- Matteo Aliverti – Mechanical Engineer – matteo.aliverti AT inaf.it
- Luca Oggioni – Optical Engineer – luca.oggioni AT inaf.it
- Edoardo Maria Redaelli – Mechanical engineer – edoardo.redaelli AT inaf.it
TIMELINE
2017 –
WEBSITE
CONTATTI
francesco.borsa AT inaf.it
CREDITI
Contenuti pagina web – luglio 2024: F. Borsa.
ALTRE INFORMAZIONI
L’oscillazione gravitazionale prodotta dal pianeta attorno alla stella provoca spostamenti regolari nello spettro della stella – e quindi misurando eventuali variazioni di velocità – si possono vedere eventuali effetti periodici dovuti all’influenza di un compagno in orbita.
Meno massiccio è il pianeta e più piccola è l’oscillazione: di conseguenza, per trovare pianeti rocciosi, che abbiano anche la possibilità di ospitare la vita, è necessario uno strumento di altissima precisione. Con questo metodo, ESPRESSO è in grado di rivelare alcuni dei pianeti più leggeri mai trovati. Il metodo della velocità radiale consente di misurare la massa e l’orbita del pianeta. Combinato con altri metodi come quello dei transiti, può fornire ulteriori informazioni – per esempio, la dimensione e la densità dell’esopianeta.
Anche se lo scopo principale di ESPRESSO è di spingere la ricerca dei pianeti a un livello superiore – trovare e caratterizzare pianeti meno massicci e le loro atmosfere – ha anche molte altre possibilità di impiego. È lo strumento più potente al mondo per verificare se le costanti della fisica sono cambiate da quando l’Universo era giovane. Questi minuscoli cambiamenti sono previsti da alcune teorie di fisica fondamentale, ma non sono mai stati osservati in modo convincente. Inoltre, per comprendere la formazione delle galassie, indaga la composizione chimica delle stelle nelle galassie vicine ottenendo un primo ma importante assaggio, anche se per una risposta definitiva serviranno telescopi di grandi dimensioni.
Non appena il telescopio ELT (Extremely Large Telescope – diametro specchio primario di 39 metri) dell’ESO sarà in funzione, lo spettrografo ANDES (ex HIRES), la cui progettazione è a guida italiana e in cui INAF è fortemente coinvolto, potrà rivelare e caratterizzare esopianeti ancora più piccoli e leggeri, fino a dimensioni paragonabili a quelle della Terra, e studiare le atmosfere degli esopianeti con la prospettiva di rivelare indizi della presenza di vita sui pianeti rocciosi.